Gli attuali e tragici eventi socio-economici, causati dal dilagare globale del “Coronavirus”, pongono sempre di più la necessità di una reinterpretazione delle policy pubbliche, in chiave di reindustrializzazione e riconversione industriale del nostro paese. Tale fenomeno, noto con il termine anglosassone di back-reshoring manifatturiero, negli ultimi anni è stato affrontato dalla letteratura internazionale come strategia di risposta ad una precedente operazione di Investimento Diretto all’Estero (IDE). Oggi, invece, tale opzione strategica sembra doversi opportunamente rivedere attraverso angolature diverse, ovvero in una prospettiva più istituzionale, in cui lo stesso back-reshoring manifatturiero si configuri come scelta strategica nazionale, ossia orientata alla realizzazione, nel paese domestico, di attività produttive di nuova costituzione.
Le difficoltà di approvvigionamento che caratterizzano le economie di guerra come quella nella quale stiamo vivendo impone, infatti, l’adozione di una nuova politica industriale in cui tutti gli sforzi economici siano, fin dall’inizio, dedicati alle esigenze nazionali. E’ opportuno, cioè, puntare su strategie di riconversione industriale volte a favorire il rafforzamento delle capacità produttive nazionali.
Il fenomeno non è nuovo, ma occorre istituzionalizzare la tendenza che sembra già in atto nei comportamenti imprenditoriali; infatti, secondo una recente indagine Istat del 2019, promossa dalla Commissione europea, a partire dal 2015 sembrerebbe in atto, da parte delle imprese, un’inversione di tendenza rispetto alle strategie di internazionalizzazione, in cui sempre più aziende italiane intraprendono azioni di rientro in patria di processi industriali precedentemente delocalizzati. Tale tendenza, che negli ultimi anni è stata avviata a causa delle difficoltà riscontrate dalle aziende nel trasferire all’estero personale e know-how produttivo, oggi deve riconfigurarsi quale azione di politica economica imposta non solo dall’emergenza Coronavirus, ma anche dall’acquisita consapevolezza della perdita di indipendenza industriale del nostro paese. In questa direzione si assiste al varo di alcune iniziative legislative nazionali, ma anche regionali, volte a favorire la riconversione di alcuni processi produttivi verso la produzione di dispositivi medici e/o di protezione individuale per il contenimento e il contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19 (ad es. INVITALIA #CuraItalia, Ministero della Sanità, ect.).
Occorre, tuttavia, non ragionare solo in ottica emergenziale, bensì provare ad intervenire in modo programmatico, favorendo la progettazione di iniziative in grado di rispondere all’emergenza, ma anche di riconfigurare strategicamente il paese, in modo da renderlo pronto per la fase di ripresa e ricostruzione. L’obiettivo deve essere quello di dare più spazio alle produzioni locali, nonché alle risorse e tradizioni artigianali-produttive locali, che tutto il mondo ci invidia.
Trasformare questa enorme tragedia in un’occasione di riscatto nazionale del nostro sistema industriale!!! È questo il nostro auspicio ed il principio etico al quale più teniamo: rialzarsi sempre e trarre, soprattutto da eventi sfavorevoli, l’insegnamento più sano, efficace e positivo!!!
di Salvatore Esposito De Falco
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