Prima università in Italia per numero di progetti finanziati nell’ambito del Settimo Programma Quadro (272 progetti + 9 ERC Grant) e di Horizon 2020 (386 progetti), il Politecnico di Milano è quasi inimitabile nella capacità di attrarre fondi europei destinati alla ricerca. Un esempio creativo ed efficace di trasferimento tecnologico della ricerca che proprio di recente si è tradotto in un piano strategico elaborato sulla base del coinvolgimento diretto dei principali stakeholders - docenti, studenti, imprese e istituzioni - con i quali si è attivato un proficuo scambio di know-how.
L’abitudine al confronto continuo tra idee e formazione, ricerca e imprese, università e imprenditoria, è il risultato di una struttura universitaria all’avanguardia, tra i primi 20 atenei al mondo nelle aree disciplinari di ingegneria, design ed architettura, con un’occupabilità dei neo laureati, ad un anno dal titolo, pari al 90%!
Quest’attitudine all’industrializzazione delle idee nasce da un orientamento strategico fondato su tre cardini fondamentali: l’individuo (al centro del percorso strategico), il campus globale (uno spazio fisico di servizi innovativi) e l’impatto (la capacità di generare un contributo a favore della società). Tutto ciò si è tradotto nella realizzazione di collaborazioni durature con le imprese (attualmente sono 76 gli accordi con le imprese, di cui 26 Joint Research Center di lungo periodo) e nella capacità di autosostenersi finanziariamente, con la costituzione di un Fondo di venture capital interuniversitario da 300 milioni di euro.
Non per niente Il TTO (Technology Transfer Office) del Politecnico di Milano è uno dei primi istituiti in Italia, tra i fondatori di Netval (Network dei TTO delle università italiane) e con un portafoglio di oltre 1600 brevetti ed un primato anche in termini di creazione di imprese spin-off.
L’esempio del Politecnico va ripreso dalle Università italiane, rafforzando, o costituendo, laddove necessario, i Grant Office, per guidare la ricerca e l’innovazione delle Università a supporto della competitività del sistema paese. Solo negli ultimi anni si è assistito ad un progressivo interesse degli Atenei alla collaborazione scientifica e tecnologica con le imprese. Per far decollare queste partnership occorrono dei Grant Office in grado di proporre non solo le migliori opportunità finanziarie dai fondi della ricerca, ma anche di scegliere quelle più consone alle competenze delle Università.
In quest’ottica la Ri.For.Med. Srl, con l’intento di favorire la consonanza tra la comunità scientifica e il mondo imprenditoriale, si è proposta come Grant Office di alcune Università. Gli accordi riguardano, in particolare, l’Università di Roma Tre e l’Università Telematica Pegaso. In entrambi i casi la società sta svolgendo un delicato ruolo di scouting delle fonti di finanziamento (regionali, nazionali ed europee) più in linea con le esigenze delle Università, fino alla creazione del partenariato pubblico/privato ed al project management del progetto di ricerca, in un’ottica di coinvolgimento di tutti gli stakeholders universitari e di co-partecipazione alla formazione delle strategie di sviluppo scientifico ed economico.
di Salvatore Esposito De Falco
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